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| Roberto Bolle racconta i suoi 20 anni di carriera a Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 9 aprile. Da 10 anni Etoile del balletto mondiale, il ballerino di origine piemontese viene ritratto dal celebre obiettivo fotografico di Bruce Weber, che lo consacra icona della bellezza italiana all’estero.
«Dico quello che penso, non ballo e basta. Sulla gestione del sistema culturale e artistico ho qualcosa da dire, per esempio. Per decenni siamo stati governati da gente miope. La nostra fortuna sono l’arte e la cultura. Io capisco che non tutti possano comprendere che investire su queste due risorse sia qualcosa che eleva lo spirito delle persone, ma quello che non capisco è perché nessuno si sia mai reso conto che arte e cultura portano soldi» e continua parlando del Teatro alla Scala. «Invece si sente solo parlare di tagli. Qui alla Scala si portano in scena solo balletti che sicuramente faranno il pienone. Però così si limita la creatività».Diversa la situazione in America «Lì è tutto in mano alle sponsorizzazioni dei privati. Che investono in cultura perché non ci pagano le tasse e perché hanno riconoscimenti che per loro sono un ritorno d’immagine. Io penso che l’integrazione sia la formula migliore: lo Stato ci deve essere e ci devono essere i privati, che devono però essere invogliati a fare investimenti». Crede che con Renzi, forse... «Renzi ha fatto tante promesse, molte più di quelle che la gente si aspettava. Forse lo ha fatto perché è in grado di mantenerle davvero, speriamo. Intanto mi piace il fatto che, prima con Letta ora con lui, forse stiamo finalmente svecchiando la nostra classe politica».
Il 28 e 29 maggio Roberto Bolle ballerà alla Scala, a giugno si esibirà all'American Ballet di New York con tre diversi spettacoli e ancora si dedicherà al tour italiano del suo gala Roberto Bolle and Friends, che tornerà anche all'Arena di Verona il 22 luglio. www.vanityfair.it/
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