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ROB SU NUMERO MAGAZINE FRANCIA

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view post Posted on 1/3/2016, 11:21     Top   Dislike
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Le S-Catenate
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"DOPPIO GIOCO"
E' diventato uno degli attori di maggior successo della sua generazione conquistando il cuore di milioni di fan impazzite per la saga dei vampiri di 'Twilight'. Lontano dai blockbuster hollywoodiani, Robert Pattinson oggi reinventa per se stesso un destino che nessuno avrebbe potuto prevedere: ispiratore del profumo Dior Homme nonchè della linea di abbigliamento dello stesso marchio, sta sbocciando in performance attoriali impegnative, a volte radicali.
Intervista esclusiva.
Quando Robert Pattinson è apparso agli occhi del mondo, dieci anni fa, era un agitato studente di Hogwarts in 'Harry Potter e il calice di fuoco'. Poi la saga di 'Twilight' lo ha consacrato, in soli cinque film, come una stella dal successo stupefacente. Con il viso trucemente bianco, ha interpretato un vampiro, un affascinante ragazzaccio, senza sforzo facendo girare la testa alle adolescenti. Dietro la fiction per ragazze emotive, si era già presentato con una sorta di eleganza, la stessa che ritroviamo di nuovo nel ragazzo che festeggerà il suo trentesimo compleanno in primavera, e che si fa mille domande. Come trovare se stesso credibile? Cosa fare quando tutto è accaduto così presto? Avrebbe potuto capitalizzare i dollari che ha interamente raccolto e avrebbe potuto accettare più ruoli per vincere sempre di più - ruoli che gli sono stati proposti più e più volte - oppure, in un modo ben più noto, avrebbe potuto esplodere nella fama e annegarvici, offrendo agli appassionati di gossip ancora una triste storia hollywoodiana basata su droghe e disperazione. Ciononostante, Pattinson è rimasto concentrato su ciò che nessuno, tranne lui, poteva veder arrivare: il fiorire di un artista. Persino dietro questi successi da blockbuster, un cuore può battere.
Il punto di svolta è iniziato nel 2012. Nell'anno dell'ultimo episodio di 'Twilight', Robert Pattinson ha percorso il tappeto rosso di Cannes, accanto al cineasta più rispettato degli ultimi trent'anni, David Cronenberg. Riprendendo le gesta dei miliardari ultra liberali, 'Cosmopolis' (tratto da un romanzo di Don DeLillo) ha aperto gli occhi di alcune persone tra il pubblico mostrando le capacità esplorative dell'attore. Era tornato all'amore per i suoi dimenticati film in adolescenza, quando affittava Godard e i DVD di Buñuel nel suo videoclub locale alla periferia di Londra. I film indie tornano come un boomerang nella vita di Robert Pattinson ed è nientedimeno che un azzardo. Anche se lui, più di chiunque altro, può permettersi di correre qualche rischio (i progetti stessi vengono creati finanziariamente grazie al suo nome), questo tipo di atteggiamento lo rende ancor più intrigante.
Contrario alla ricerca di ruoli da Oscar nel modo più rispettabile e soprattutto vanesio nel mondo del cinema prestigioso, Pattinson cerca esperienze alternative. Ancora una volta filma con David Cronenberg, in un feroce gioco al massacro gestito dall'industria cinematografica di Los Angeles ('Maps to the Stars'), e prosegue con il folle maestro tedesco Werner Herzog, insieme al suo co-protagonista James Franco ('Queen of the desert'). Durante i primi sei mesi del 2016, realizzerà un doppio colpo totalmente inaspettato. Dopo aver girato con i fratelli Safdie, le icone newyorkesi dei film indie folli, il giovane britannico si preparerà a calcare il ruolo principale nel nuovo film di Claire Denis - primo tentativo francese nella fantascienza. Quest'epoca ha i simboli che gli spettano, e il modello di libertà che Robert Pattinson rappresenta li porta più in alto.
Numéro Homme: Tre anni fa, dopo la saga di 'Twilight', hai cambiato percorso filmando con David Cronenberg. Hai bilanciato la tua carriera futura tra l'estasi e l'angoscia. A che punto sei attualmente?
Robert Pattinson: Ho imparato che ci vuole tempo perchè i progetti più incredibili possano semplicemente esistere. Le cose più folli sono le più fragili. A volte si frantumano. Sto cercando i registi con cui voglio più profondamente lavorare. Erano anni che volevo lavorare con la francese Claire Denis, e ora si sta avverando. Insieme gireremo un film di fantascienza a partire dal prossimo maggio. L'artista danese Olafur Eliasson sta creando scenari spaziali e buchi neri. Probabilmente sarà pazzesco! Non so se il fatto che io faccia parte di questo progetto ha contribuito finanziariamente, tuttavia nel film che sto per girare nei prossimi giorni (l'intervista risale dal 19 gennaio), potrebbe esserci una tenue possibilità che io l'abbia influenzato un po'. Il progetto è firmato da Josh e Benny Safdie, cineasti indie newyorkesi totalmente underground, nella migliore accezione del termine. Josh mi ha detto che il suo primo film, 'Il piacere di essere derubato', lo ha realizzato con i soldi della pubblicità di una borsetta. Grazie ad un semplice annuncio pubblicitario ha fatto un intero film!
Numéro Homme: I fratelli Safdie hanno detto in un'intervista che sei indomabile. Ti hanno fatto davvero un bel complimento.
Robert Pattinson: Li adoro. Ho visto un fotogramma del loro film 'Heaven knows what' persino prima che uscisse il trailer. Stupefatto dalla forza di quest'immagine, ho inviato immediatamente una email a Brady Corbet, con il quale ho girato un film, perché è diventato un regista. Sapevo che aveva un sacco di connessioni a New York. Evidentemente conosceva i Safdie. Li ho incontrati, e due mesi dopo mi hanno mandato una delle migliori sceneggiature che abbia mai letto. Con loro scoprirò un altro tipo di cinema. Gli attori con cui sto per girare non sono professionisti, perché Josh e Benny fanno il casting selvaggio. Non sarò visto come un attore classico, lì.
Numéro Homme: Procedendo verso un cinema esigente, ti senti di aver trovato il tuo percorso? L'era 'Twilight' sembra essere completamente chiusa.
Robert Pattinson: Credo che il pubblico abbia mantenuto una certa immagine di me. Mi sento sempre come se dovessi dimostrare quanto valgo. Non ho ricoperto un numero di ruoli principali sufficiente alla gente per dimenticare o per vedermi in modo diverso. In attesa di questo, seguo la mia strada con la costante concezione di diversificare me stesso. Sono appena tornato dalle riprese con James Gray in Colombia ('The Lost City of Z'): un film d'avventura in costume in cui i personaggi sono sottoposti alla fame. Vagano nella giungla e trovano antiche rovine. James Gray è adulato qui in Francia, giusto? E' un uomo perfetto. Non ho mai incontrato qualcuno così newyorkese come lui. E' veramente il miglior compagno con cui stare nella giungla (ride). Quando è entrato in un fiume, indossava dei paramenti come quelli degli scienziati per evitare contaminazioni!
Numéro Homme: Questo tipo di ambiente nel bel mezzo del nulla ti si addice?
Robert Pattinson: Tantissimo. Amo le scomode, sorprendenti atmosfere che ti fanno entrare in una nuova dimensione. E' più semplice di quello a cui mi sono abituato, ma allo stesso tempo più difficile. Ho avuto una progressione caotica, con momenti di esplosione. Ci sono voluti anni per digerire quello che mi è successo, il successo dei film, la celebrità... Quando ero più giovane non avevo un piano di carriera, e nemmeno una particolare ambizione. Le ho dovute creare di volta in volta.
Numéro Homme: La tua famiglia era, in maniera distante o meno, una parte dell'industria del cinema?
Robert Pattinson: Niente affatto. La mia famiglia non è che andasse molto al cinema o a vedere pièce teatrali. Mio padre vendeva automobili, mia mamma lavorava in un'agenzia di modelli. Ma l'idea della recitazione mi interessava. Ho frequentato una scuola di recitazione che ha avuto un effetto strano su di me: gli altri studenti erano così sicuri di diventare attori che io mi sono chiuso in me stesso. Io venivo da una rigida struttura dove sono stato espulso ed è stato da allora che tutto è cambiato perché quella scuola era più liberale, credo. E' stato molto più tardi che ho potuto investire su me stesso in una compagnia teatrale nel mio distretto in cui mi sentivo a mio agio.
Numéro Homme: Da adolescente hai visto tanti film?
Robert Pattinson: Molti. Ma quello che vedevo sullo schermo era estraneo alla mia vita. Ogni giorno guardavo film, senza nemmeno pensare di farlo diventare il mio lavoro. Per me, il cinema rappresentava una sorta di modo proibito di vivere. Volevo vedere quello che non avrei dovuto vedere alla mia età. E in questo ho avuto un complice ideale: il venditore del videoclub. Aveva una cotta per mia sorella, così mi lasciava noleggiare i film più audaci, spesso di valutazione R, per diciottenni e di più - avevo 12 anni - a condizione che fosse lui a selezionarli. E' così che ho scoperto i film indie come 'L'assassinio di un allibratore cinese' di John Cassavetes. In realtà sperava che mia sorella lo avrebbe visto e potesse rimanere colpita dalla sua scelta. Non è mai successo (ride).
Numéro Homme: E ora sei tu quello nei film indie. Il cerchio si chiude.
Robert Pattinson: Questi film rappresentano i miei gusti, questo è sicuro. Quando guardo la mia collezione di DVD dei miei diciassette anni e i registi con cui lavoro oggi, alcuni ne fanno parte: Werner Herzog, David Cronenberg, per esempio... faccio ancora difficoltà a crederci... vedo ancora Werner Herzog come il nome su una copertina di un DVD che una persona reale!
Numéro Homme: I registi della tua generazione ti interessano?
Robert Pattinson: Sì, sempre di più. Prima di 'The Childhood of a leader', di Brady Corbet, che ha 27 anni, non ho mai girato con una persona così giovane. E' stata un'esperienza completamente diversa rispetto a girare con un maestro. Un'altra visione del cinema. Lo vedo chiaramente con i fratelli Safdie. Loro sono abituati al fatto che tutti gli dicono di no. Vivono in un mondo che non controllano, quindi ci entrano dentro con forza. Poche settimane fa abbiamo fatto i test per il film in un autolavaggio a New York City. Siamo arrivati lì e abbiamo girato qualcosa. I dipendenti e i clienti ci guardavano come se fossimo stati dei matti: "Andatevene ragazzi, che diavolo state facendo, andare via, cavolo!" Ma prima che chiamassero la polizia abbiamo finito di girare la scena.
Numéro Homme: Collabori con Dior dal 2013. Prima hai filmato la campagna del profumo Dior Homme, diretto da Romain Gavras. Il più recente è stato diretto da Peter Lindbergh. Come vedi questa collaborazione?
Robert Pattinson: Fin dall'inizio sono stati tutti adorabili con me. Al primo appuntamento, mi hanno detto "Fai quello che vuoi". La decisione è stata facile da prendere perché Dior non mi ha mai costretto a fare nulla. Penso che ci siano alcune clausole nel mio contratto che non mi hanno mai ordinato di rispettare (ride)! Le apparizioni pubbliche per esempio... E' piuttosto fico. La nostra collaborazione si è appena estesa alla campagna di abbigliamento da quest'anno, che sarà presentata in anteprima nel mese di aprile. Mi sento davvero a mio agio in questa atmosfera non aziendale.
Numéro Homme: Il tuo successo è innegabile, tuttavia parli spesso dei tuoi dubbi, che sono un elemento di guida.
Robert Pattinson: Ho ancora tanti dubbi su di me. Le persone con cui lavoro lo sanno. Tre settimane prima dell'inizio delle riprese, vado in panico e chiamo la mia famiglia o gli amici per dirgli che non sarò mai in grado di farlo... In quel momento penso davvero che sia la verità, la mia fiducia mi abbandona ridotta a brandelli. E poi torna quando entro sul set. Anche sapendo questo, la prossima volta succede di nuovo. Le persone intorno a me non mi ascoltano nemmeno più.
Numéro Homme: Cosa fai del tuo tempo quando non stai filmando? Suoni musica fin da quando eri giovane senza aver lavorato su un album.
Robert Pattinson: Mi concedo di respirare. E' come nei rapporti d'amore, se ci buttiamo dentro dando tutto senza alcuna prospettiva, le cose sono condannate fin dall'inizio. Inquinate. Amo che altro domini nella mia vita, nella zona creativa. Anche lasciare Los Angeles ha contribuito al mio equilibrio. Quando siamo lì, il cervello funziona in modo strano, immaginiamo che lasciare la città per una settimana ci farà scomparire dal radar. In Inghilterra, dove sono tornato, tutte le persone che incontro non lavorano nel cinema.
Numéro Homme: Non pensi di scrivere o dirigere?
Robert Pattinson: Ho iniziato a creare abiti. Da un paio di anni contatto produttori e artigiani. Ci sono già molti pezzi. Il mio stile è influenzato dalla città in cui vado, così come l'origine dei materiali, nonché le competenze locali. A Los Angeles è davvero facile lavorare sul denim e gli abiti sono ispirati da quelli del mondo del lavoro. In Inghilterra vado per lo più con la lana e i pullover. Quello che faccio è multiforme, abiti per uomo e donna, cose che creo con gli amici... Ma non voglio entrare nei dettagli, non voglio portarmi sfiga.
Numéro Homme: E' possibile che ne sentiremo parlare tra poco?
Robert Pattinson: Sì, forse... (ride)
Numéro Homme: Quando digitiamo 'Robert Pattinson' su Google, capita sempre che i primi risultati siano sulla tua vita sentimentale. Speri che cambierà ad un certo punto?
Robert Pattinson: A volte passo dei periodi in cui questa cosa mi fa veramente arrabbiare. Mi chiedo che cosa cerchi la gente quando digita il mio nome. Certamente pettegolezzi. Sono soli in casa? Detto questo, la mia carriera non ne ha sofferto, non sono ancora su nessuna lista nera. Sto lavorando con chi voglio in universi interessanti per me. Quindi non ho intenzione di costringere il pubblico a cambiare il suo punto di vista. Ho bisogno che le cose vadano in modo organico. Forse un giorno sarò visto in modo diverso. Beh, devo ammettere che cado ancora in trappola, cado nel limbo di Internet, cercando ciò che viene detto su di me. Almeno non ho mai sentito il bisogno di lasciare commenti!
Numéro Homme: La regola d'oro delle celebrità è quella di non rispondere a queste troll.
Robert Pattinson: A volte mi piacerebbe e vorrei avere un account Twitter per farlo. Ma so che dovrei spenderci molto tempo. Mi ci perderei per tutta la notte. Tuttavia, spero di evitare questo tipo di vita. E' la ragione per cui non mi iscrivo! (ride)
Numéro Homme: Ciò che non si può evitare, però, è il passare del tempo. Compirai 30 anni a maggio. Come vedi questo passaggio?
Robert Pattinson: Onestamente è terrificante! E' solo da una settimana che ho pensato che sta per accadere, e il risultato è che oggi, per la prima volta da settimane, mi sono rasato con precisione prima del servizio fotografico. Ho provato alcuni vestiti ieri, il modello della presentazione dell'immagine deve aver avuto 14 anni. E guardando me stesso nello specchio mi sono chiesto "Ma perché il mio culo appare così?!" (ride)
Numéro Homme: Hai un punto di riferimento per i prossimi dieci anni? Hai un obiettivo?
Robert Pattinson: Tutte i lavori che accetto mi aprono nuove porte e prospettive inaspettate. Ogni volta ne sono sorpreso e voglio esserlo sempre di più. Ecco perchè non mi focalizzo in un obiettivo particolare. Rimango solo mentalmente aperto a tutto ciò che potrebbe venire da me.
Numéro Homme: Quando è stato diffuso il primo episodio di 'Twilight', alcune persone a Hollywood, vedendoti arrivare con il tuo atteggiamento da ragazzo britannico, hanno cercato di stemperare il tuo comportamento. Ti hanno chiesto di non bere alcool durante le premiere, per esempio. Tu ti sei ribellato a questo. Hai ancora voglia di ribellione?
Robert Pattinson: No, mi sono addormentato, sono stato spezzato dal sistema (ride). Ad essere onesto non mi sono mai messo in una situazione in cui la gente mi dava degli ordini o ha cercato di cambiare il modo in cui sono. La libertà che ho di scegliere le persone con cui lavoro produce qualcosa di veramente interessante: chi mi vuole a far parte del loro film non ha una falsa idea di me. Quindi non cercano di piegarmi o cambiarmi. Non mi pento di essermi ribellato in passato, quando è stato il momento di farlo. Se cerchiamo di far parte di uno stampo quando siamo giovani, di sicuro porta a un disastro. Finiamo solo per non sapere chi siamo e iniziamo a distruggere le camere d'albergo! (Ride). Io so chi sono. Almeno, quasi. Tutto sta nel "quasi"...





:wub:





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